Questo BLOG è il risultato di una vasta ricerca sulle maggiori religioni diffuse nel mondo. Qui potrete trovare una spiegazione obbiettiva delle credenze, delle divinità e del pensiero dei vari culti.

venerdì 24 aprile 2009

CRISTIANESIMO

Il Cristianesimo è una religione monoteista a carattere universalistico, originatasi nel I secolo dalla religione ebraica, fondata sull'insegnamento attribuito a Gesù Cristo ed elaborato nella letteratura neo-testamentaria. Assieme a Ebraismo e Islam, il Cristianesimo viene classificato come religione abramitica.
Tra le religioni maggiori è la più diffusa, con circa 2,1 miliardi di fedeli.
Dottrina
Il cristianesimo si basa sulle rivelazioni che, secondo la tradizione, Dio avrebbe fatto al popolo di Israele (tradizione comune anche alla religione ebraica), e sulla predicazione e la dottrina di salvezza di Gesù di Nazareth detto Il Cristo ("Unto di Dio"). Questa tradizione sarebbe rispecchiata nella Bibbia (Antico Testamento e Nuovo Testamento), considerato un testo ispirato ma non dettato da Dio, e quindi un testo sacro. Importante anche l'elaborazione teologica dei secoli successivi, presente nella letteratura cristiana e nei Padri della Chiesa.
Storia e origine
Il cristianesimo emerse dal Giudaismo nel I secolo. I cristiani assunsero dal giudaismo le sue Sacre Scritture, dottrine fondamentali come il monoteismo, la fede in un Messia o Cristo, forme del culto (incluso il sacerdozio), concetti di luoghi e tempi sacri, l'idea che il culto debba essere modellato secondo il modello celeste, l'uso dei Salmi nelle preghiere comuni.
Suddivisioni
Le chiese cristiane possono essere classificate in diversi modi. Una suddivisione abbastanza semplice è quella che distingue le chiese occidentali da quelle orientali.
Le Chiese occidentali sono quelle derivate dalla Chiesa latina, la cui autorità si estendeva originariamente da Roma sulla parte occidentale dell'Impero Romano. Oltre alla stessa chiesa cattolica, di questo gruppo fanno parte tutte le chiese protestanti (termine che si riferisce al rapporto conflittuale di queste chiese con il cattolicesimo, ed in particolare con il papato) che da essa si sono staccate nel corso dei secoli. Fra di esse, le più importanti sono, indubbiamente, quelle nate nel XVI secolo con il movimento della Riforma (luterani, calvinisti, anglicani ecc.), ma vi sono anche gruppi che hanno origini diverse come ad esempio i valdesi.
Ad oriente abbiamo invece le chiese ortodosse, emanazioni delle chiese di lingua greca nate originariamente nel territorio dell'Impero Romano d'Oriente. A differenza di quanto accadde in Occidente, per quanto la chiesa greca assumesse rilevanza particolare, essa non fu mai in grado di imporre la propria supremazia sulle chiese "sorelle", che rimasero autocefale. Allo stesso modo, anche le chiese fondate da missionari ortodossi (specialmente fra le popolazioni slave) si resero rapidamente autonome dalle rispettive chiese-madri, considerandosi allo stesso loro livello. Fra queste la più importante è indubbiamente la Chiesa ortodossa russa.
Da notare che le chiese ortodosse, da una parte, e quella cattolica dall'altra, sono tra loro scismatiche, ma non si considerano reciprocamente eretiche, a differenza di quanto avviene per esempio per le chiese protestanti.
Infine, fra le chiese orientali vanno annoverate le cosiddette chiese orientali antiche, derivate dalle dispute sul monofisismo e il nestorianesimo, teologicamente differenti dalle chiese ortodosse vere e proprie (entrambe nacquero durante le controversie cristologiche del V e VI secolo).
Sono sorti anche altri culti del Cristianesimo, i quali o vogliono differenziarsi dai primi qui menzionati, oppure affermano di avere una linea storica separata. I più estesi fra questi sono i testimoni di Geova ed i mormoni, che, anche se ritenute derivazioni del protestantesimo anglosassone, sono fortemente caratterizzate sia dalle figure individuali dei primi fondatori del XIX secolo, sia dalle convinzioni interne che le portano a ritenersi chiese od organizzazioni completamente esclusive dal punto di vista dottrinale ed organizzativo. I mormoni hanno inoltre libri aggiuntivi forniti dal loro fondatore, dove le dottrine cristiane vengono ampliate e ridiscusse in modo completamente univoco ed originale.
Vi sono, infine, una serie di culti cristiani ormai estinti, soprattutto legati alle numerosissime eresie (variamente represse) che interessarono tutta la cristianità nella sua storia: fra gli altri, segnaliamo il cristianesimo ariano (che ebbe una grande importanza storica all'epoca delle invasioni barbariche) e l'eresia degli albigesi (o catari).
Classificazione secondo i Concili ecumenici
Un'altra possibile classificazione cronologica è quella basata sui Concili ecumenici riconosciuti e sugli scismi ad essi successivi.
Cristianesimo antico preniceno
Il Cristianesimo delle origini (seconda metà del I secolo) si presenta con il duplice aspetto di Giudeo-cristianesimo ed Etno-cristianesimo ( o Cristianesimo dei Gentili), come si desume dai racconti degli Atti di San Luca e da alcune lettere di San Paolo (come la Lettera ai Galati, le lettere ai Corinzi). Tuttavia mostra che le due anime convivono senza alcuna scissione e di avere raggiunta una formula di concordia con il Primo Concilio di Gerusalemme (Atti 15)
Successivamente oltre alla Chiesa post apostolica, che lentamente si organizzò attorno ai cinque patriarcati di Roma, Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme, sono presenti diversi gruppi minoritari che in seguito si sono estinti, fra cui:
Ebioniti, una deviazione del Giudeo-cristianesimo.
Gnosticismo cristiano,nelle sue variegate espressioni.
Chiesa Marcionita
Montanisti, movimento profetico-escatologico che espresse tutta una serie di chiese locali del tutto autonome e scollegate.
Chiese orientali antiche
Si tratta delle antiche chiese d'oriente che non hanno accettato le definizioni dogmatiche del Concilio di Efeso
Chiese dei Due Concili
Le Chiese dei Due Concili sono le cosiddette chiese nestoriane:
Chiesa apostolica assira d'Oriente (o chiesa d'Oriente, o Chiesa persiana, o siro - orientale).
La chiesa ha due branche: un patriarca catholicos a Kotchanès (Iran), sulla frontiera turco persiana, dove vivono circa 100.000 assiro caldei; la dignità patriarcale è ereditaria da zio a nipote. Esiste anche un patriarca a Baghdad (Iraq).
Chiesa siriana Mar Thoma di Malabar a Muvattupula.
Chiese dei Tre Concili
Le Chiese dei Tre Concili sono nate dal rifiuto delle conclusioni del Concilio di Calcedonia del 451. Sono anche chiamate Chiese non calcedonesi e talvolta Chiese monofisite, sebbene non tutte lo siano.
Chiesa ortodossa copta (Patriarcato di Alessandria al Cairo)
Chiesa ortodossa etiopica (Patriarcato catholicos di Addis Abeba)
Chiesa siriaco ortodossa (Giacobita) (Patriarcato di Antiochia a Damasco)
Chiesa ortodossa siro malankara a Kottayan (Kerala)
Chiesa apostolica armena (o gregoriana, o ortodossa) + Catholicosato di Cilicia residente a Antéliaa (Libano) + Catholicosato d'Etchmiadzine residente a Vagharchapad, vicino ad Erevan (Armenia)
La maggior parte di queste chiese ha subito uno scisma in età moderna con la formazione di un patriarcato cattolico uniato parallelo, adesso considerato chiesa sui iuris all'interno della Chiesa cattolica.
Chiese ortodossa e cattolica
Le attuali chiese ortodosse e cattolica hanno in comune le definizioni dei primi 8 concili ecumenici. Dopo lo scisma d'Oriente la chiesa cattolica svolgerà altri 13 concili ecumenici, non riconosciuti però dall'oriente.
Chiese della Riforma Protestante
Le chiese della Riforma protestante sono le chiese sorte dalla Chiesa latina nel XVI secolo in seguito alla riflessione teologica di Martin Lutero, Giovanni Calvino, Ulrich Zwingli e altri, nonché dall'appoggio politico e sociale che ebbero dai principi dell'Europa centro - settentrionale. Le chiese protestanti possono venire genericamente suddivise così:
Chiesa Anglicana
Chiese della Confessio Augustana o luterane
Chiese riformate o calviniste
Chiese Libere: Anabattista, Mennonita, Amish, Quacchera, Unitariana, ecc…--
Diffusione
Sotto il termine Cristianesimo sono raggruppate chiese molto diverse tra loro e, a volte, in polemica tra loro: secondo il World Christian Trends (2001) i cristiani sono complessivamente il 33 % degli abitanti del globo e sono così divisi: cattolici 17,5%; protestanti 5,6%; ortodossi delle varie chiese (russa, greca, armena) 3,6%; anglicani 1,3%; copti ed altri (battisti e pentecostali in ascesa) 5,0%.
Attualmente il cristianesimo è la religione più diffusa al mondo, con circa 2,1 miliardi di fedeli[4] (1 miliardo di cattolici, 500 milioni di protestanti, 240 milioni di ortodossi, e 275 milioni d'altri), davanti all'Islamismo, tra 900 milioni ed 1,4 miliardi, e all'Induismo, tra 850 milioni e un miliardo.
Gran parte delle statistiche si fondano su sondaggi a campione nei vari stati o sui dati delle anagrafi (quando la religione professata è registrata), preferiti rispetto ai dati forniti dalle varie organizzazioni religiose che spesso si riferiscono al numero di battezzati, ignorando la posizione di coloro che, battezzati nell'infanzia (come accade presso la Chiesa cattolica di rito latino), si siano discostati dal cristianesimo in età adulta.
È noto che in Europa occidentale ad esempio l'aderenza alla pratica religiosa delle varie chiese in età adulta è, ormai da parecchi anni, in forte calo, mentre negli Stati Uniti o al di fuori dell'Occidente esso appare in crescita, oppure, in certe aree del Terzo Mondo come il Sud America si sia avuta un'avanzata delle chiese evangeliche di tipo pentecostale a scapito del cattolicesimo tradizionale, quindi con movimenti e travasi fra le varie confessioni cristiane.
Nell'Europa contemporanea
L'occidente europeo ha subito, a partire dalla fine del '700, una progressiva diminuzione degli aderenti alle chiese storiche, cioè al cattolicesimo e alle diverse confessioni protestanti. Questo processo ha avuto un'accelerazione nel XX secolo, soprattutto a partire dagli anni '60. Nell'Europa dell'est la scristianizzazione di stato è avvenuta prima in Russia (nell'ex Unione Sovietica) e poi, nel dopoguerra, nei paesi governati da regimi comunisti satelliti dell'URSS. Dopo il 1989 le chiese orientali hanno di nuovo avuto libertà di culto. La caduta progressiva dei divieti ha portato alla luce un desiderio represso fino ad allora di spiritualità con l'apertura di numerose chiese di varie confessioni di tipo cristiano, assieme al proliferare di culti esotici ed esoterici.
In Europa occidentale da molte persone la fede cristiana è percepita come "poco moderna", come in effetti è, se si considerano le antiche origini della chiesa cristiana e le sue radici nell'ancora più antica religione ebraica. Bisogna aggiungere che il concetto di modernità è molto vago e controverso, e non da tutti considerato necessariamente positivo. In Europa occidentale inoltre, a causa dell'immigrazione da altri paesi con altre tradizioni religiose, dell'interesse verso nuove religioni e della diffusione dell'agnosticismo, il numero di aderenti al cristianesimo ha subito un declino complessivo, pur rimanendo la religione più diffusa.
Riti e pratiche
Culto settimanale
Giustino martire (sinistra), nel II secolo d.C. dà la prima descrizione completa delle pratiche rituali della prima Chiesa, la cui struttura di base è mantenuta dalla maggior parte delle chiese:
Nel giorno detto del Sole (domenica) si radunano in uno stesso luogo tutti coloro che abitano nelle città o in campagna, si leggono le memorie degli apostoli o le scritture dei profeti, per quanto il tempo lo consenta; poi, quando il lettore ha terminato, il presidente istruisce a parole ed esorta all'imitazione di quei buoni esempi. Poi ci alziamo tutti e preghiamo e, come detto poco prima, quando le preghiere hanno termine, viene portato pane, vino e acqua, e il presidente offre preghiere e ringraziamenti, secondo la sua capacità, e il popolo da il suo assenso, dicendo Amen. Poi viene la distribuzione e la partecipazione a ciò che è stato dato con azioni di grazie, e a coloro che sono assenti viene portata una parte dai diaconi. Coloro che possono, e vogliono, danno quanto ritengono possa servire: la colletta è depositata al presidente, che la usa per gli orfani e le vedove e per quelli che, per malattia o altre cause, sono in necessità, e per quelli che sono in catene e per gli stranieri che abitano presso di noi, in breve per tutti quelli che ne hanno bisogno. »
Il simbolo del pesce
Le prime comunità cristiane per identificare la propria religione non utilizzavano la croce cristiana, brutale e ignominioso strumento di morte, ma il pesce. "Pesce" in greco antico si dice ἰχθύς (ichthýs) e fu considerato come l'acronimo di 5 parole, identificative dello status di Gesù Cristo: Ἰησοῦς Χριστός Θεοῦ Ὑιός Σωτήρ (Iēsoùs Christòs Theoù Yiòs Sōtèr), che significa "Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore", cui spesso si accompagnava il genitivo ζωντῶν= dei viventi.

Storia del Cristianesimo
La storia del cristianesimo abbraccia tutto il periodo che va dalle origini del cristianesimo nel I secolo fino ad oggi.
Si è soliti distinguere 4 fasi della storia della Chiesa:
storia della Chiesa in epoca Antica: dalla nascita, con Gesù Cristo, fino al sorgere del Sacro Romano Impero con Carlomagno (I-VIII secolo);
storia della Chiesa in epoca Medievale: da Carlomagno fino alla nascita degli Stati nazionali assolutistici nel XIV secolo (soprattutto Francia e Spagna); inizio di rottura col Medioevo è la lotta tra Papa Bonifacio VIII e il re di Francia Filippo il Bello
storia della Chiesa in epoca Moderna: è l'epoca della nascita degli Stati nazionali, dei grandi Concili del XV e XVI secolo, della rottura dell'unità religiosa dell'Europa Occidentale, con la nascita del movimento luterano; il periodo termina con la rivoluzione francese;
infine la storia della Chiesa in epoca Contemporanea: dalla Rivoluzione Francese ai nostri giorni.
Le origini e la diffusione nell'impero romano
Dato che ogni re degli ebrei era "unto del Signore", cioè Messia, cioè Cristo (tale titolo infatti era stato di Davide, Salomone e di tutti i re successivi) storicamente il cristianesimo nasce dal messianismo ebraico del primo secolo ossia dall'attesa della liberazione nazional-religiosa annunciata nelle profezie, resa spasmodica dal senso di imminenza che si era sviluppato all'epoca della dominazione romana.
Di qui le prime persecuzioni dei cristiani in quanto sobillatori dell'ordine costituito e non propugnatori di una particolare fede religiosa. Infatti i "messianisti", ovverosia quegli ebrei che avevano seguito il Cristo in questa sua ambizione e che, pertanto, non nutrivano una grande simpatia per il potere romano che aveva declassato Israele da "regno di Dio" (Malkut Yahweh) a semplice provincia di un grande impero pagano.
Eusebio di Cesarea (sinistra), nella Historia Ecclesiastica (III 20,1-2) racconta:
"Della famiglia del Signore rimanevano ancora i nipoti di Giuda, detto fratello suo secondo la carne (di Gesù, n.d.a.), i quali furono denunciati come appartenenti alla stirpe di Davide. L'evocatus li condusse davanti a Domiziano Cesare, poiché anch'egli, come Erode, temeva la venuta del Messia..."
Le origini e il primo secolo
A partire dai primi tempi dell'impero romano, nel primo e secondo secolo, gli intellettuali pagani avevano organizzato e unificato tutto il pensiero cresciuto nella vasta area ellenizzata e romanizzata, dando vita a una filosofia "sincretica".
Il Cristianesimo emerse dal Giudaismo nel I secolo. I cristiani assunsero dal Giudaismo le sue Sacre Scritture, dottrine fondamentali come il monoteismo, la fede in un Messia o Cristo, forme del culto (incluso il sacerdozio), concetti di luoghi e tempi sacri, l'idea che il culto debba essere modellato secondo il modello celeste, l'uso dei Salmi nelle preghiere comuni. Il libro degli Atti degli Apostoli dice che i primi ad essere chiamati "cristiani" erano stati i discepoli di Gesù che si radunavano nella città di Antiochia e che vi si erano rifugiati dopo le prime persecuzioni in Palestina, probabilmente pochi anni dopo la vita di Gesù.
Con la predicazione di San Paolo apostolo (sinistra) si formarono anche comunità di "gentili", cioè di persone di origine non ebraica, prevalentemente di cultura greca. Nel II secolo d.C. le chiese giudeo-cristiane (quelle vicine all'ebraismo) vennero progressivamente estromesse dall'ebraismo che stava riorganizzando le proprie strutture e basi religiose dopo la crisi della distruzione del Tempio del 70 d.C., mentre le chiese dei gentili continuarono ad espandersi. Gli storici indicano col termine "Grande Chiesa" l'insieme delle comunità derivate dai vari apostoli (sia quelli di Gerusalemme che quelli legati a Paolo di Tarso) che più avanti confluirono nella Chiesa cattolica e ortodossa del primo millennio cristiano, per distinguerle dai gruppi marginali di ispirazione cristiana che elaborano particolari dottrine che non sarano accettate dalla maggioranza, come gli ebioniti e gli gnostici o l'eresia di Marcione.
Tra secondo e terzo secolo
La diffusione del Cristianesimo si colloca all'interno di una più vasta diffusione nell'Impero Romano di altre religioni originarie della parte orientale dell'impero, quali ad esempio i culti di Iside o di Mithra.
A differenza delle altre, l'organizzazione sacerdotale cristiana fu molto capillare, e si occupò dell'assistenza agli emarginati e dell'insegnamento. Il pensiero cristiano era sempre stato "contro-corrente", in netta opposizione allo Stato. In seguito ai tentativi anche violenti di sradicarlo, la Chiesa trovò modo di adattarsi alla convivenza con la realtà terrena. Così, sempre più volentieri, anche funzionari imperiali e gli stessi militari, già attratti da vari culti monoteisti orientali, poterono professare il cristianesimo e affidarsi alla nuova organizzazione.
Nel periodo in cui inizia la crisi dell'impero, l'estensione della cittadinanza romana a tutti i popoli conquistati (212) testimonia l'unità raggiunta dalla civiltà antica nel III secolo dell'era cristiana.
Inizialmente il messaggio di Gesù aveva attecchito fra i poveri d'Israele. Ma non furono pochi i "romani" di classi elevate, come Paolo di Tarso, che si convertirono fin da subito alla nuova religione. E già nel I secolo il cristianesimo aveva raggiunto alcuni ambienti di corte. I primi cristiani non erano solo poveri o emarginati. C'erano già un certo numero di persone, comuni e non, scontente della politica o della religione imperiale.
Ma evidentemente la risposta della cultura classica ai problemi spirituali sia degli intellettuali sia della gente comune non era stata sufficiente. E così, nel II secolo le comunità cristiane si diffusero in tutto l'impero, ampiamente tollerate dalle autorità imperiali, durante il loro "periodo d'oro". Infine nel III secolo, quando il cristianesimo si diffuse ovunque, fra guerre e crisi, la classe dirigente tradizionale non fu più capace di contrastare l'azione popolare degli amministratori cristiani, un'azione che, sebbene si svolgesse ancora al limite della legalità, coinvolgeva ormai ampi settori della società civile.
La crescita era stata continua e la nuova religione aveva fatto breccia sotteraneamente anche nella classe dirigente. Nonostante l'opposizione di alcuni imperatori, nel III secolo la religione cristiana rivaleggiava con vecchi e nuovi culti, soprattutto nei grossi centri urbani, che facevano da riferimento amministrativo. Finché, contro il sempre più alto numero di nuovi fedeli convertiti, alcuni imperatori passarono occasionalmente alla repressione di massa. I cristiani non si arresero, anzi si opposero radicalmente, elevando inni fanatici al martirio e alla gloria di Dio, e ottenendo paradossalmente nuove conversioni.
Alcuni imperatori, sostenuti da quella parte di classe senatoriale che non gradiva affatto il cambiamento in atto, cercarono di porre un argine ai problemi economici dell'impero requisendo le proprietà della chiesa cristiana, ma i motivi economici furono l'ultima postilla a una diatriba trisecolare. La nuova religione era sempre stata contraria al dominio imperiale e le persecuzioni avevano soprattutto motivazioni politiche, filosofiche e religiose. Il monoteismo stava insidiando ovunque la vecchia cultura politeista. Era un vero e proprio scontro di idee e mentalità.
Tra terzo e IV secolo
quest'epoca di guerre e militarizzazione la cultura pagana si distribuì universalmente, o "democraticamente", nei vasti territori imperiali. Tutti adesso erano "romani", ma la romanità e la classicità erano già in declino. Se la struttura politica traballava, le parole d'ordine divennero concordia, armonia ed unità. Nei circoli politici e intellettuali, come nelle comunità religiose, si parlava spesso di "potere unico", ovvero di monarchia, di regno, di unità. Così come si aspirava all'unificazione civile dell'impero, si ricercava anche l'unificazione della sfera intellettuale e della sfera divina.
Il cristianesimo si opponeva sicuramente e palesemente alla cultura dominante, ma d'altra parte anche i suoi intellettuali erano impegnati nella rielaborazione dei sistemi filosofici ellenici e nella loro unificazione col monoteismo.
Molti intellettuali "classici" avevano nettamente separato la loro filosofia dalla religione, affermando esplicitamente che gli dèi non esistevano. Ma nel III secolo la società intera fu pervasa da uno spirito religioso talmente forte che i vecchi culti, per nulla sopiti, si ridestarono, si trasformarono e si unificarono anch'essi, rispondendo in modo creativo alla sfida monoteista. Ma, proprio quando il monoteismo divenne un fenomeno di massa, gli imperatori reagirono in modo aggressivo e perseguitarono i cristiani violentemente quanto in passato.
Quando Costantino (sinistra con Papa Silvestro I) si pose alla testa del movimento monoteista, all'inizio del secolo successivo, ci fu ancora una fase di discussione fra intellettuali di ogni categoria e di ogni confessione religiosa. Alla fine del IV e nel V secolo, però, la crisi multilivello dell'impero arrivò a un grado talmente alto da portare sconforto in ogni settore: militare, politico, civile, economico e culturale. Per l'uomo non sembrava esserci più alcuna speranza in questa terra. L'unica salvezza era in Cielo. Il cristianesimo divenne l'unica religione legale. La Chiesa divenne intollerante e autoritaria. La lotta alle idee divenne fondamentale per la gestione sociale. La libertà di pensiero fu resa impossibile.
Una seconda fase della Chiesa è quella della patristica, cioè la formazione di un corpus di commenti alle scritture e di testi sul rapporto con la tradizione classica greco romana e il giudaismo. Sono numerose anche le apologie nei confronti di tali sistemi dottrinali dovuti a scrittori, spesso ecclesiastici, che sono costretti a ripensare le dottrine del cristianesimo nell'ambito della cultura dell'epoca.
Tra IV e V secolo
Sin da subito si pose il problema del rapporto tra Cristianesimo e stato, l'Impero Romano. Il Cristianesimo, da religione messianica di ambientazione ebraica e con un messaggio prettamente ad "uso e consumo" degli ebrei, grazie alla sua diffusione negli ambienti della diaspora e all'apertura paolina ai "romani" (alle istituzioni, alla tradizione giuridica e alla cultura), nel corso dei secoli acquistò una forza tale che da cambiarne lo status giuridico: da religione illecita (fino a Costantino) a religione tollerata e in seguito, con Teodosio, a religione di Stato. Cominciò progressivamente a differenziarsi anche la mentalità delle Chiese latine rispetto a quelle greche, e con i concili ecumenici si assistette ad una definizione rigorosa dell'ortodossia e alla formazione di un linguaggio teologico specifico cristiano, mutuato dalla filosofia greca. Ciò comportò anche il distacco di alcune chiese "etniche" dall'alveo della Grande Chiesa (vedi Chiese orientali antiche), che vennero comunemente indicate come Chiesa cattolica e ortodossa, nelle sue espressioni territoriali (chiesa latina, greca, alessandrina)
L'imperatore Giuliano (361-363) aveva tentato inutilmente di tornare al politeismo. Ma la società stava cambiando. E, per la cultura greco-romana, la situazione stava precipitando. La razionalità, per quanto approfondita, non era più sufficiente a spiegare un mondo immerso nella "decadenza". L'ansia e l'angoscia non accennavano a diminuire. La struttura politica aveva già perso da tempo la sua vecchia autorità morale. Era nata una nuova istituzione, molto forte, a carattere "spirituale", che si rivolgeva direttamente al cuore dell'uomo. Un'organizzazione, ispirata al monoteismo cristianizzato, che da "giovane ribelle ingenua" si era fatta "adulta e responsabile". Questa istituzione - la Chiesa - riempì il vuoto morale che si era creato nell'umanità e assorbì tutte le richieste di giustizia. L'impero diventava un impero celeste.
In nome di una giustizia migliore, in tutto il mondo conosciuto divenne impossibile esprimere opinioni contrarie a quelle del potere. L'autorità civile si associò a quella religiosa e arrivava ovunque. La legge, e la giustizia in generale, erano considerate come concessione volontaria di un solo Dio onnipotente. Non c'era più un patto con la divinità. Bisognava solo amarla e ringraziarla. Gli imperatori e gli uomini che nacquero da quest'epoca in poi furono sempre più spesso fervidi credenti. L'educazione che ricevevano e la cultura che seguivano sarebbero state sempre più monolitiche e dogmatiche.
Dal suo riconoscimento ufficiale era passato mezzo secolo. Dopo qualche decennio di diatribe teologiche, la Chiesa cristiana - ormai l'unica chiesa ufficiale, la chiesa con la "c" maiuscola - divenne la sola istituzione che garantisse il diritto, per i popoli e per i cittadini. Nel 392 tutte le opinioni che discordavano con questa visione del mondo furono dichiarate illegali e perseguite militarmente.
Mentre, in precedenza, guerre e assassini avvenivano per motivi chiaramente politici, con la creazione dell'impero gli intenti aggressivi furono mascherati da un'ideale tendenza a un bene "universale" che, se realmente perseguito, non può che dimostrarsi irraggiungibile e quindi frustrante. Con l'incontro fra stato e chiesa questa tendenza divenne ancora più impellente e ancora più difficile da raggiungere. D'altronde la gente comune era sempre più spaventata dalle incursioni di popoli stranieri. Questa interpretazione passa per essere un cliché, una cosa scontata. Ma nei secoli successivi non solo gli attacchi non diminuirono ma anzi aumentarono e furono ulteriormente rinforzati dalla devastante guerra dell'impero orientale contro i goti in Italia.
La Chiesa era quella solida struttura di sicurezza che l'Uomo non riusciva più ad individuare nello Stato, nell'Impero, in sé stesso, nella propria esistenza, nella vita cittadina o sui campi agricoli. L'esistenza terrena era perennemente in bilico ed era molto lontana dall'assicurare la felicità, antichissima e modernissima aspirazione dei filosofi come dell'uomo comune. L'occidente si era separato dall'oriente. Erano arrivati gli stranieri. Si era sviluppata "l'organizzazione universale". Il mondo antico si era dissolto, lasciando spazio a una nuova visione della vita.
Dal Medioevo al Settecento
In epoca patristica la chiesa cristiana si trovò ad affrontare grandi temi dottrinali:
il riconoscimento del canone neotestamentario, concluso all'inizio del V secolo
la questione della natura di Cristo, definita con il Concilio di Nicea (325 d.C.) e con il Concilio di Calcedonia (451 d. C.)
la dottrina della Trinità
la dottrina della salvezza per grazia, con la condanna del pelagianesimo nel Concilio di Cartagine (418)
La teologia si sviluppò in seguito nella convinzione che fosse possibile e opportuno dimostrare una relazione tra fede e ragione (si vedano ad esempio le opere di Anselmo d'Aosta e Tommaso d'Aquino).
Lo scopo era da un lato difendere il cristianesimo dai suoi detrattori, dall'altro esporre in modo sistematico e ordinato la dottrina per poter motivare e istruire fedeli e catecumeni.
Le dispute della Riforma ebbero origine all'interno della chiesa prima di dar luogo alla divisione dalla chiesa cattolica sancita con il Concilio di Trento; la discussione riguardava aspetti ben definiti della dottrina cristiana (l'ecclesiologia, l'interpretazione e il ruolo delle Scritture, la soteriologia...).
Il XVIII secolo vide nascere un movimento, il deismo, che perorava la causa di una religione semplificata, basata sulla ragione, in alternativa a quelle che riteneva superstizioni cristiane. Il deismo era in realtà una religione d'opposizione, anche se veniva talvolta presentato come il ritorno ad una religione "naturale" e quindi a un cristianesimo primitivo o all'essenza stessa del cristianesimo.
Cristianesimo e pensiero contemporaneo
Con la Riforma protestante la cristianità occidentale si sviluppò secondi tre direttrici principali: il Cattolicesimo romano (nei termini definiti al Concilio di Trento), il Luteranesimo (nei termini definiti nella Confessione augustana e nella Formula di concordia) e il Calvinismo (nei termini definiti nel Catechismo di Heidelberg e nella Confessione di Westminster). Per gran parte del periodo che va dal XVI secolo al XIX secolo il dibattito teologico si svolse principalmente all'interno di queste confessioni — fu il periodo della cosiddetta "teologia confessionale". Nel corso di questi ultimi due secoli la situazione ha subito un notevole mutamento.
Razionalismo
In modo circoscritto nel XVII secolo, ma su scala molto più vasta durante il XVIII, il cristianesimo cominciò a essere messo in discussione in nome della ragione. Con il deismo l'attacco prese le forme di una critica al concetto di Divinità e alla religione. Nel XIX secolo l'ateismo e l'agnosticismo (termine coniato da T.H. Huxley nel 1870) divennero per la prima volta parole comuni nell'Occidente cristiano. La fiducia nel potere della ragione ha avuto i suoi alti e bassi nel mondo moderno, ma la polemica fede/ragione, in varie forme, ha caratterizzato un'epoca in cui sono state messe in discussione tutte le autorità tradizionali — non soltanto quelle cristiane. Ciò ha comportato, in ambito cattolico, l'arroccamento della Chiesa sulle posizioni del Tomismo (neoscolastica), e in generale in ambito cristiano il diffondersi di posizioni ultraortodosse, tese a rifiutare qualsiasi approccio scientifico allo studio della teologia e dei testi biblici, ritenendo ciò una minaccia per la fede.
Scienza e fede
La scienza moderna spuntò nel XVII secolo su un terreno irrigato dal cristianesimo. Se da un lato le reali scoperte scientifiche hanno avuto pochissima rilevanza nel confermare o smentire il cristianesimo, la scienza moderna ha influito su di esso in vari altri modi. Il metodo scientifico comporta la verifica di ogni affermazione e il rifiuto di qualunque autorità che si ponga al di sopra della critica. Avendo riscontrato un enorme successo nel compo della conoscenza, tale metodo ha di conseguenza incoraggiato un atteggiamento analogo anche in campo religioso, con esiti inevitabilmente polemici che ritroviamo ancora fino ad oggi: alcuni consideravano le credenze religiose definitivamente superate dalla conoscenza scientifica, altri negavano le scoperte scientifiche in nome della inerranza biblica (es. oggi i cristani creazionisti), altri infine intendevano mantenere fede e ragione non sullo stesso piano come antagoniste, ma su piani diversi, per cui esse non si negano vicendevolmente. La scienza moderna, attraverso le conquiste tecnologiche ha trasformato la vita di miliardi di persone, modificando il senso di dipendenza dell'uomo da Dio. A questo proposito sono famose le parole del teologo luterano Dietrich Bonhoeffer sul "Dio tappabuchi":
« Per me è nuovamente evidente che non dobbiamo attribuire a Dio il ruolo di tappabuchi nei confronti dell'incompletezza delle nostre conoscenze; se infatti i limiti della conoscenza continueranno ad allargarsi - il che è oggettivamente inevitabile - con essi anche Dio viene continuamente sospinto via, e di conseguenza si trova in una continua ritirata. Dobbiamo trovare Dio in ciò che conosciamo; Dio vuole esser colto da noi non nelle questioni irrisolte, ma in quelle risolte. Questo vale per la relazione tra Dio e la conoscenza scientifica. Ma vale anche per le questioni umane in generale, quelle della morte, della sofferenza e della colpa. Oggi le cose stanno in modo tale che anche per simili questioni esistono delle risposte umane che possono prescindere completamente da Dio. Gli uomini di fatto vengono a capo di queste domande - e così è stato in ogni tempo - anche senza Dio, ed è semplicemente falso che solo il cristianesimo abbia una soluzione per loro. Per quel che riguarda il concetto di "soluzione", le risposte cristiane sono invece poco (o tanto) cogenti esattamente quanto le altre soluzioni possibili. Anche qui, Dio non è un tappabuchi; Dio non deve essere riconosciuto solamente ai limiti delle nostre possibilità, ma al centro della vita; Dio vuole essere riconosciuto nella vita, e non solamente nel morire; nella salute e nella forza, e non solamente nella sofferenza; nell'agire, e non solamente nel peccato. La ragione di tutto questo sta nella rivelazione di Dio in Gesù Cristo - Egli è il centro della vita, e non è affatto " venuto apposta " per rispondere a questioni irrisolte. »
Critica storica
Nel XIX secolo si sviluppò la critica storica, cioè, approccio alla storia basato sul rigore scientifico: lo storico critico non ragiona più in termini di autorità, che raramente potrebbero essere messe in discussione, bensì di fonti, che devono essere analizzate e provate per poter essere tenute in considerazione come tali. Questo tipo di metodo è stato applicato anche alla Bibbia, considerata non più come un'autorità da accettare, ma come una fonte da analizzare con strumenti scientifici. Anche la storia della dottrina cristiana è stata vagliata in modo sistematico, per metterne in luce i cambiamenti verificatisi nel corso dei secoli.
Laicità
Nel mondo occidentale la società si fonda su presupposti che prescindono da dottrine religiose: la religione viene considerata una questione di scelta personale; questa evoluzione, ancora in corso e non priva di contraddizioni, nasce in un contesto sociale caratterizzato dal pluralismo culturale e religioso. All'interno di questo contesto, nel quale non è più necessario che una religione o una confessione per sopravvivere debba combattere le altre, è divenuto praticabile un dialogo tra i credenti di diverse confessioni che in precedenza era molto più difficile. Restano comunque alcune rigidità, rappresentate dalle dottrine che ritengono la laicità delle istituzioni civili un attentato alla propria religione, ritenuta la sola rivelata, vera e infallibile. Questo approccio è presente nell'ambito di diverse denominazioni, cristiane e non cristiane.
Nonostante permangano sostanziali differenze dottrinali tra le diverse confessioni cristiane, i teologi contemporanei si occupano sempre meno di contrasti fra confessioni diverse. Atteggiamenti simili si riscontrano trasversalmente alle denominazioni, unendo talora protestanti e cattolici nel condividere alcune impostazioni (ad esempio, per alcuni l'accento sull'esperienza carismatica, la lettura letteralistica o integralista, il creazionismo...per altri la teologia della liberazione, l'approccio esegetico non integralista, il pacifismo) che non sono invece unanimemente condivise all'interno delle rispettive denominazioni.


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