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venerdì 10 aprile 2009

MITOLOGIA NORRENA

Con mitologia norrena, mitologia nordica, mitologia vichinga o mitologia scandinava ci si riferisce alle credenze religiose pre-cristiane e alle leggende di popoli Scandinavi, inclusi quelli che colonizzarono l'Islanda, dove le fonti scritte della mitologia norrena furono assemblate. È la versione meglio conosciuta delle più antica mitologia germanica che include anche la strettamente correlata mitologia anglo-sassone. La mitologia germanica è ricondotta da molti studiosi all'interno dell'ipotetica mitologia indoeuropea.
La mitologia norrena non è frutto di una "religione rivelata", in quanto priva di una fondazione storica individuale. Per la maggior parte dell'età vichinga venne trasmessa oralmente e le nostre conoscenze al suo riguardo sono principalmente basate su testi medievali (in particolare le due versioni dell'Edda), compilati successivamente all'introduzione del cristianesimo.
Nel folklore scandinavo, queste credenze sono durate a lungo anche successivamente al medioevo, in alcune aree rurali si sono conservate fino ai nostri giorni, venendo di recente rivivificate o reinventate, come l'Ásatrú o Odinismo. La mitologia norrena si è conservata anche come fonte d'ispirazione letteraria, produzioni teatrale o cinematografica.
Fonti
La maggior parte della mitologia norrena, trasmessa oralmente, è andata persa. Eruditi cristiani ne hanno recuperati e conservati frammenti più o meno corposi. I due nomi principali sono quelli di Snorri Sturluson (compilatore dell'Edda) e Saxo Grammaticus, autore delle Gesta Danorum. Questi autori adottano un'interpretazione evemeristica, per cui le divinità norrene sono eroi umani o sovrani divinizzati.
L'Edda in prosa fu scritta probabilmente tra il 1222 e il 1225 da Snorri Sturluson (è detta per questo anche Edda di Snorri). Nelle intenzioni dell'autore dovrebbe essere un manuale per aspiranti poeti. La costruzione delle complesse metafore poetiche (note come Kenningar) alla base della poesia norrena, tuttavia, richiede un'ampia conoscenza del retroterra mitologico, che qui Snorri espone estesamente.
L'Edda in poesia (detta anche Edda di Sæmundr, in quanto erroneamente attribuita all'erudito Sæmundr il Saggio) fu scritta sempre nel XIII secolo. Tuttavia, i ventinove lunghi poemi che contiene risalgono a epoche di gran lunga anteriori, anche sino al IX o X secolo. Di questi, undici trattano delle divinità, altri di eroi leggendarî, come il celebre Sigurðr, il Sigfrido della germanica Canzone dei Nibelunghi.
Oltre a queste fonti sono sopravissute diverse leggende nel folklore orale scandinavo, e centinaia di luoghi nella Scandinavia prendono il nome dagli dei. Esistono anche numerose pietre runiche, o che ritraggono scene della mitologia norrena, come la pesca di Thor, Odino (sinistra) che cavalca Sleipnir, Odino divorato da Fenrir, Hyrrokkin che cavalca verso il funerale di Baldr. In Danimarca è stata ritrovata una pietra che ritrae Loki con mustacchi arricciati come un dandy e le labbra cucite. Ci sono anche immagini più piccole: figurine che ritraggono Odino (con un occhio solo), Thor (con il suo martello) e Freyr.

Cosmologia
Secondo la mitologia norrena la terra si chiama Miðgarðr (lett. "recinto centrale"; vedi anche Terra di Mezzo). Circondata dalle acque, alla sua sommità si trova Asgarðr, la dimora degli dei, raggiungibile unicamente tramite Bifröst, il ponte dell'arcobaleno. I Giganti vivono all'esterno del mondo, al Nord, in un luogo chiamato Jötunheimr ("Paese dei giganti"). La dea Hel governa il sotterraneo regno omonimo, luogo predestinato ai defunti. Nel Sud vi è l'infuocato e misterioso reame di Muspell, il Múspellheimr dimora dei giganti del fuoco. Ulteriori regioni dell'immaginario norreno sono Álfheimr dimora degli "elfi chiari" (ljósálfar), Svartálfaheimr dimora degli elfi oscuri (ma questa divisione tra elfi è fatta unicamente da Snorri), Niðavellir le miniere dei Nani.
Esseri sovrannaturali
Le divinità sono divise in due classi: gli Æsir e i Vanir. La distinzione non è tuttavia netta: nel passato remoto le due fazioni si fronteggiarono in guerra, ma in seguito raggiunsero la pace, si scambiarono ostaggi e alcuni membri si unirono in matrimonio. Di determinate divinità non è chiara l'appartenenza a una delle due classi.
Alcuni studiosi hanno visto in questo racconto di successione divina una trasposizione dell'invasione delle tribù indoeuropee, che soppiantarono coi loro culti guerrieri le precedenti divinità agricole. Altri studiosi (come Georges Dumézil o Mircea Eliade) considerano la divisione tra Æsir e Vanir come l'espressione di una divisione strutturale delle diverse funzioni (divinità sovrane, guerriere e agricole) tipica delle religioni di supposta derivazione indoeuropea, e interamente spiegabile in tal senso.
Gli Æsir ed i Vanir sono generalmente nemici degli Jötnar (singolare Jötunn). Paragonabili ai Titani della mitologia greca, vengono chiamati Giganti, anche se alcuni suggeriscono, come alternative, "troll" e "demoni". Da notare comunque che gli Æsir discendono dagli Jötnar, e sia Æsir che Vanir possono unirsi con loro per generare figli, quando non sono dei mostri. Esistono due classi generali di giganti: Hrímþursar, i "giganti di brina", e i Múspellsmegir o "giganti di fuoco" anche detti "Figli di Muspell".
Celebri tra gli altri esseri sovrannaturali sono Fenrir il lupo e il Miðgarðsormr, il grande serpente che cinge il mondo, entrambi figli che il dio Loki (sinistra) ha avuto da una gigantessa. Altre creature spesso citate sono Huginn e Muninn ("pensiero" e "memoria"), i due corvi che mantengono informato Odino di tutto ciò che avviene nel mondo. Sleipnir, il cavallo a otto zampe di Odino, anch'esso figlio di Loki. Ratatosk, lo scoiattolo che scorrazza tra i rami di Yggdrasill, l'albero del mondo.
Come per molte altre religioni politeistiche, la mitologia presenta una debole opposizione tra Bene e Male, tipica invece delle tradizioni mediorientali. Loki, principio del disordine, in molte occasioni aiuta gli dei con la sua astuzia, ed in altrettante li insulta e ne causa i lutti. I Giganti, non tanto fondamentalmente malvagi, sono piuttosto rudi, vanagloriosi e incivili. L'opposizione è più dunque tra un Ordine e un Caos non impermeabili l'uno all'altro.
Völuspá: l'origine e la fine del mondo
L'origine e il destino del mondo sono descritti, anche se in modo molto confuso e criptico, nella Völuspá (La profezia della völva o Profezia della Veggente), contenuta nell' Edda Poetica.
Racconta la storia della creazione del mondo e la sua futura fine narrata da una völva o veggente che parla ad Odino. É una delle più importanti fonti primarie per lo studio della mitologia norrena.
La profezia inizia con un discorso ad Odino. La veggente inizia a narrare la storia della creazione del mondo in una forma ridotta. Spiega come abbia ottenuto la sua conoscenza, infatti conosce l'origine dell'onniscienza di Odino, ed altri segreti degli dèi di Ásgarðr. La veggente parla di avvenimenti passati e futuri, toccando la maggior parte dei miti norreni, come la morte di Baldr avvenuta per mano di Höðr, architettata con l'inganno da Loki. Alla fine racconta la fine del mondo, il Ragnarök, e la sua seconda venuta.
Il poema è interamente conservato nel Codex Regius (1270 circa) e nei manoscritti dell'Hauksbók (1334 circa), mentre buone parti di esso vengono citate nell'Edda in prosa di Snorri Sturluson (del 1220 circa). Il codex Regius consta di 63 strofe fornyrðislag.

La Trama
Il poema si apre con la veggente che dice ai figli di Heimdallr (che sono esseri umani) di fare silenzio. Chiede quindi ad Odino se voglia che lei declami le antiche tradizioni e leggende. Afferma di ricordare ancora i giganti che molto tempo prima l'hanno allevata.
Inizia allora a narrare il Mito della Creazione ; il mondo era vuoto finché i figli di Borr fecero emergere la terra dalle acque del mare. Gli Æsir allora misero ordine nel cosmo, trovando un posto per il sole, la luna e le stelle e dando così inizio al ciclo del giorno e della notte. Seguì quindi un'epoca meravigliosa, durante la quale gli Æsir disponevano di oro in grande abbondanza, e costruivano con gioia i templi e ogni altra cosa. Ma poi dallo Jötunheimr arrivarono tre giovani e potenti gigantesse e l'età dell'oro ebbe così fine. Gli Æsir allora crearono i Nani Norvegesi, i più potenti dei quali sono Mótsognir e Durinn.
A questo punto, dopo 10 delle 66 stanze di cui è composto il poema, iniziano sei stanze che contengono semplicemente un elenco di nomi di Nani. Questa parte, chiamata talvolta Dvergatal (catalogo dei nani), è generalmente considerata un'interpolazione e viene frequentemente tagliata dagli editori e dai traduttori.
Dopo lo Dvergatal si racconta la creazione di Askr ed Embla, il primo uomo e la prima donna, e si descrive lo Yggdrasill, l'albero del mondo. La veggente ricorda allora gli eventi che condussero alla prima guerra di tutti i tempi e come si svolse la lotta tra gli Æsir e i Vanir.
La veggente rivela ad Odino di conoscere alcuni dei suoi segreti, e sa che cosa egli abbia sacrificato per ricercare il sapere. Gli dice che sa di Mimir e dove sia finito il suo occhio, e come lui l'abbia ceduto in cambio dell'onniscienza. Continuamente gli chiede se voglia ascoltare oltre.
Lo avverte quindi che seguirà la narrazione di terribili avvenimenti. L'assassinio di Baldr, il migliore e il più giusto degli dèi. La ribellione di Loki, e di altri. Come infine tutti gli déi periranno quando il fuoco e la violenza delle acque travolgeranno il cielo e la terra mentre gli déi combattono la luro ultima battaglia contro i loro nemici. Questa è la sua profezia, questo è il destino degli déi : il Ragnarök. Descrive i richiami alla battaglia e le sofferenze personali di ogni dio. Narra la tragica fine di molti degli déi e come Odino stesso venga ucciso.
Alla fine, dalle ceneri dei morti e dalla distruzione, risorgerà un mondo meraviglioso dove Baldr vivrà nuovamente, un mondo nuovo nel quale la terra darà messi in abbondanza senza nemmeno bisogno di essere seminata.
Il passato
In principio c'erano il mondo del ghiaccio Niflheimr ed il mondo del fuoco Muspellsheimr e tra di essi Ginnungagap, un "vuoto sbadigliante", nel quale non viveva niente. Qui fuoco e ghiaccio si incontrarono, dando forma al gigante primordiale, Ymir e alla vacca cosmica, Auðhumla il cui latte nutrì Ymir. La mucca leccò il ghiaccio, dando forma al primo dio Buri, che fu il padre di Borr, padre a sua volta del primo Æsir, Óðinn, e dei suoi fratelli, Víli e Vé. Da Ymir discese invece la razza dei Giganti. Quindi i figli di Bor, Óðinn, Víli e Vé, uccisero Ymir e con il suo corpo formarono il mondo.
Gli dei regolavano il passaggio dei giorni e delle notti, così come delle stagioni. I primi esseri umani furono Askr ed Embla (frassino e olmo), formati dal legno e portati in vita ancora da Óðinn, Víli e Vé. Sól è la dea del Sole, una figlia di Mundilfœri, data in sposa a Glenr. Ogni giorno cavalca nel cielo sul suo carro trainato da due cavalli chiamati Alsviðr e Árvakr. Sol è perennemente inseguita da Sköll, un lupo che vuole divorarla (probabile spiegazione delle eclissi), e che prima o poi la raggiungerà. Fratello di Sol è Máni, la Luna, anch'egli inseguito da un lupo, Hati. Uno scudo, chiamato Svalinn, si interpone tra la Terra e il Sole, per impedire che questi bruci il suolo con la sua eccessiva violenza.
La veggente descrive quindi il grande albero Yggdrasill e le tre norne che tessono le trame del fato ai suoi piedi. Quindi descrive la guerra primordiale tra Æsir e Vanir e l'omicidio di Baldr (sinistra). A questo punto rivolge la sua attenzione al futuro.
L'avvenire
Al termine del tempo le forze del caos prenderanno il sopravvento, spezzando le loro catene. Guidate da Loki, daranno il via al Ragnarök, la battaglia finale tra la luce e la tenebra. Le due forze contrapposte si annienteranno a vicenda, distruggendo con loro l'intera creazione. Dalle sue ceneri, tuttavia, un nuovo mondo risorgerà, una nuova coppia originaria, Líf e Lífþrasir (salvatisi dal Ragnarök nascondendosi nel bosco di Hoddmímir), ripopolerà Miðgarðr, ricominciando così un ciclo di ascesa e decadenza.
Gli studiosi discutono sull'eventuale peso di un'influenza cristiana su queste ultime credenze.
Ragnarök
Il Ragnarök (o ragnarøkkr) indica, nella mitologia norrena, la battaglia finale tra le potenze della luce e dell'ordine e quelle della tenebra e del caos, in seguito alla quale l'intero mondo verrà distrutto e quindi rigenerato.
Significato del termine e fonti scritte
Il nome è composto da ragna, il genitivo plurale di regin (dèi-poteri organizzati) e rök (fato-destino-meraviglie), poi confuso con røkkr (crepuscolo).
Il termine probabilmente più antico è ragnarök, che significa "fato degli dèi". Ragnarøkkr significa invece "crepuscolo degli dèi", ed è quest'ultima la denominazione più celebre del Ragnarök, grazie anche all'opera di Richard Wagner (Götterdämmerung).
Il Ragnarök ci è noto principalmente da tre fonti:
Völuspá (Profezia della veggente)
Vafþrúðnismál
Gylfaginning (Inganno di Gylfi)
Svolgimento del Ragnarök
Le fonti sul Ragnarök, come quasi tutte quelle sulla mitologia norrena, sono frammentarie, confuse, contraddittorie, ricche di riferimenti criptici e spesso quasi incomprensibili nella loro laconicità.
Il Ragnarök verrà preceduto dal Fimbulvetr, un inverno terribile della durata di tre anni, in seguito al quale avverrà la sfascio dei legami sociali e familiari, in un vortice di sangue e violenza al di là di ogni legge e regola.
Spariranno quindi il Sole e la Luna: i due lupi (Sköll e Hati) che, nel corso del tempo, perennemente inseguivano i due astri finalmente li raggiungeranno, divorandoli, e privando il mondo della luce naturale. Anche le stelle si spegneranno.
Yggdrasill, l'albero cosmico, si scuoterà, e tutti i confini saranno sciolti: terremoti, alluvioni e catastrofi naturali.
Le creature del caos attaccheranno il mondo: Fenrir il lupo verrà liberato dalla sua catena, mentre il Miðgarðsormr emergerà dalle profondità delle acque. La nave infernale Naglfar leverà le ancore per trasportare le potenze della distruzione alla battaglia, al timone il gigante Hrymr.
I misteriosi Múspellsmegir cavalcheranno su Bifröst, il ponte dell'arcobaleno, facendolo crollare. Heimdallr (sinistra), il bianco dio guardiano, soffierà nel suo corno, il Gjallarhorn, per chiamare allo scontro finale Odino, le altre divinità, e i guerrieri della Valhalla.
Nel grande combattimento finale ogni divinità si scontrerà con la propria nemesi, in una distruzione reciproca. Il lupo Fenrir divorerà Odino, che quindi sarà vendicato da suo figlio Víðarr. Thor e il Miðgarðsormr si uccideranno a vicenda, e così Týr e il cane infernale Garmr. Surtr abbatterà Freyr.
L'ultimo duello sarà tra Heimdallr e Loki, tra i quali la spunterà il primo, quindi il gigante del fuoco Surtr, proveniente da Múspellheimr, darà fuoco al mondo con la sua spada fiammeggiante.
Di seguito, dalle ceneri, il mondo risorgerà. I figli di Odino, Víðarr e Váli, e i figli di Thor (sinistra), Móði e Magni, erediteranno i poteri dei padri. Baldr, il dio della speranza e Höðr suo fratello, torneranno da Hel, il regno della morte. Troveranno, nell'erba dei nuovi prati, le pedine degli scacchi con cui giocavano gli dèi scomparsi. La stirpe umana verrà rigenerata da una nuova coppia originaria, Líf e Lífþrasir, sopravvissuti nascondendosi nel bosco di Hoddmímir.
La rinascita del mondo è tuttavia adombrata dal volo, alto nel cielo, di Níðhöggr, il serpe di Niðafjoll, misteriosa creatura tra le cui piume porterà dei cadaveri.


Interpretazioni del Ragnarök
L'assenza di paralleli corrispettivi escatologici nelle altre mitologie europee, cioè la mancanza di narrazioni sulla fine del mondo, ad esempio, in ambiente greco o romano, ha portato diversi studiosi a ipotizzare influssi più o meno decisi, nel Ragnarök, dell'immaginario cristiano, in particolare dall'Apocalisse di Giovanni. L'ipotesi sarebbe corroborata dal fatto che la mitologia norrena sia stata codificata quasi interamente in seguito all'arrivo del cristianesimo nell'Europa settentrionale. Tuttavia, anche e proprio per questo motivo, l'ipotesi rimane tale e priva di una qualunque verifica.
Da parte sua, Georges Dumézil, studioso francese dei miti, ha messo in luce le forti somiglianze tra il Ragnarök e, nella mitologia hindu, la battaglia tra Pāndava e Kaurava, così com'è narrata nel Mahābhārata. Così come il Ragnarök sarebbe posto nel futuro, l'analoga battaglia epocale del Mahābhārata si trova nel passato.
È forse dunque possibile come corrispettivo del Ragnarök in area mediterranea la gigantomachia o la titanomachia, che vedono contrapposti gli dèi olimpici guidati da Zeus contro creature deformi e caotiche.
Re ed eroi
La mitologia non solo tratta di dei e creature soprannaturali, ma anche di eroi e re. Molti di essi sono probabilmente esistiti e generazioni di studiosi scandinavi hanno tentato di dividere la storia dai miti delle saghe. Gli eroi più famosi sono senza dubbio Sigfrido e Svipdagr, ma anche le Skjaldmö erano protagoniste di molte vicende eroiche.
Centri della fede
Le tribù germaniche raramente o quasi mai costruirono templi nel senso moderno. Il Blót, la forma di adorazione praticata dagli antichi popoli Germanici e Scandinavi assomigliava a quella dei Celti e Baltici: poteva essere celebrata in boschi sacri o anche in casa e/o con un semplice altare di pietre impilate detto "horgr". Comunque sembra che siano esistiti alcuni centri religiosi importanti, come Skiringsal, Lejre e Uppsala. Adamo di Brema afferma che esisteva un Tempio a Upssala con tre statue di legno di Thor, Odino e Freyr.
Sacerdoti
Mentre sembra che sia esistito qualcosa di simile a dei sacerdoti, questi non assunsero mai il carattere professionale e semiereditario dei druidi celti. Ciò perché le tradizione sciamanistica era mantenuta dalle donne, le Völva. Si dice che i re germanici abbiano avuto origine dalll'ufficio sacerdotale. Il ruolo sacerdotale del re era in linea con il ruolo generale del godi che era il capo di un gruppo di famiglie imparentante e che amministrava i sacrifici.
Sacrifici umani
Il racconto unico di un testimone diretto di un sacrificio umano germanico sopravvive nella narrazione di Ibn Fadlan di un Sepoltura di nave Rus in cui una ragazza schiava si offrì volontariamente per accompagnare il suo signore nell'aldilà. Resoconti di seconda mano provengono da Tacito, Saxo Grammaticus e Adam Bremensis. La Heimskringla racconta del Re Svedese Aun che sacrificò nove dei suoi figli in uno sforzo di prolungare la sua vita fino a che i suoi sudditi gli impedirono di sacrificare l'ultimo figlio, Egil. Secondo Adam Bremensis i re Svedesi sacrificavano schiavi umani ogni nono anno durante i sacrifici di Yule al Tempio di Uppsala. Gli svedesi avevano il diritto non solo di eleggere il re, ma anche di deporlo e si dice che sia il re Domalde, che il re Olof Trätälja siano stati sacrificati dopo anni di carestia. Odino era associato alla morte per impiccaggione e una probabile pratica del sacrificio Odinico mediante strangolazione ha un certo supporto archeologico nell'esistenza di cadaveri perfettamente conservati dall'acido delle torbiere dello Jutland (successivamente occupate dal popolo Danese), nelle quali furono gettati dopo esser stati strangolati. Un esempio è l'Uomo di Tollund. Comunque non possediamo resoconti scritti che spieghino esplicitamente la causa di questi strangolamenti, che potrebbero ovviamente avere altre motivazioni.
Interazioni con la Cristianità
Un importante problema nell'interpretare questa mitologia è che spesso i racconti più ravvicinati che sono giunti a noi risalgono all'epoca dei primi contatti con i cristiani. Come esempio sia l' Edda in Prosa che la Heimskringla sono state scritte da Snorri Sturluson nel XIII secolo, oltre duecento anni dopo la cristianizzazione dell'Islanda intorno all'anno 1000 ed in un intenso clima politico antipagano in Scandinavia.
Generalmente tutta la letteratura della saga proviene dall'Islanda un'isola remota e relativamente piccola ed anche nel clima di relativa tolleranza religiosa, il punto di vista di Sturluson era essenzialmente cristiano. Le copie dell'Heimskringla, che erano diffuse quanto la bibbia nella Norvegia odierna, forniscono alcuni interessanti intuizioni sull'argomento. Snorri Sturluson introduce Odino come un signore della guerra mortale nell'Asia che acquisisce poteri magici, si insdia in Svezia e diviene un semidio successivamente alla sua morte. Dopo aver eroso la divinità di Odino, Sturluson racconta quindi la storia di un patto del re Svedese Aun con Odino per prolungare la sua vita sacrificandogli i suoi figli. Successivamente nella Heimskringla racconta in dettaglio come i conversi al Cristianesimo come Sant'Olaf Haroldsson converte brutalmente gli Scandinavi al Cristianesimo.
In Islanda cercando di evitare una guerra civile, il parlamento Islandese votò a favore della Cristianità, ma tollerò il paganesimo nelle case private. Da ciò derivò un'atmosfera più tollerante che permise lo sviluppo della letteratura della saga, che è una finestra vitale per permetterci di comprendere meglio l'era pagana. Vedi anche Cristianesimo Germanico.
D'altra parte, in Svezia scoppiarono nell XI secolo una serie di guerre civili che terminarono con l'incendio del Tempio di Uppsala.
Le conversioni non avvennero nel giro di una notte e la nuova fede fu imposta anche con l'uso della forza. Il clero fece del suo meglio per insegnare alla popolazione che gli dei Nordici erano demoni, ma il loro successo e gli dei non divennero mai malvagi nella mente del popolo.
Due insediamenti centrali e lontani dall'essere luoghi isolati illustrano quanto tempo richiese la cristianizzazione. Gli studi archeologici delle tombe sull'isola svedese di Lovön hanno mostrato che la cristianizzazione richiese 150-200 anni e questo in un luogo vicino ai re ed ai vescovi.
Similmente nella vivace città commerciale di Bergen, sono state trovate due iscrizioni runiche del XIII secolo, una che dice possa Thor riceverdi, possa Odino possederti. La seconda è una galdra che dice Io incido rune di cura, Io incido rune di di salvezza, una volta contro gli elfi, due volte contro i troll, tre volte contro le thurs. La seconda cita anche la pericolosa Valchiria Skagull.
Esistono poche altre testimonianze che vanno dal XIV secolo al XVIII secolo, ma il clero, come racconta Olaus Magnus nel 1555) scrisse della dificoltà di estinguere le vecchie credenze. La canzone di Þrymskviða pare essere stata particolarmente resistente, così come la romantica Hagbard e Signy, e sono state registrate versioni di entrambe nel XVII secolo ed anche nel XIX secolo. Nel XIX secolo ed all'inizio del XX secolo studiosi del folklore svedese hanno documentato le credenze popolari, scoprendo che molte antiche tradizioni della mitologia norrena sopravvivevano. Comunque queste erano ormai molto lontane dall'essere il sistema coesivo raccontato da Snorri. Molti dei sono stati dimenticati e solo Odino e l'uccisore di giganti Thor figurano in numerose leggende. Freyja viene a volte menzionata e Baldr sopravvive solo nelle leggende riguardo al nome di alcuni luoghi.
Altri elementi della mitologia Nordica sono sopravvissuti senza essere percepiti come tali, specialmente quelli riguardanti gli esseri soprannaturali del Folklore scandinavo. Inoltre la fede norrena nel destino è stata molto solida fino a tempi recenti. Poiché l'inferno cristiano somiglia alla dimora dei morti della mitologia nordia, uno dei suoi nomi fu prestato dalla vecchia fede: Helvite, cioè punizione di Hel. Alcuni elementi delle tradizioni Yule furono preservati, come la tradizione svedese di uccidere il maiale a natale, che originariamente era parte del sacrificio a Frey
Influenze moderne
In tempi più recenti ci sono stati tentativi, sia in Europa che negli Stati Uniti di rivivificare la vecchia religione pagana sotto il nome di Ásatrú o Odinismo. Nell'Islanda l'Ásatrú è stata riconosciuta ufficialmente come religione dallo stato nel 1973, legalizzando i suoi matrimoni, battesimi e altre cerimoni. In Danimarca è una religione ufficiale e legale, sebbene ancora discretamente nuova. Anche in Italia esistono dei fedeli che praticano i rituali del paganesimo germanico nella sua versione continentale dell'odinismo longobardo.
La mitologia norrena influenzò l'uso di Richard Wagner nella composizione delle quattro opere che compongono Der Ring der Nibelungen (L'anello dei Nibelunghi).
Molti dei personaggi del pantheon norreno sono stati adattati ed immessi nei fumetti dell'Universo Marvel con l'arrivo di Thor, uno dei supereoi pubblicato da più tempo. Personaggi del pantheon norreno sono anche eroi dell'anime giapponese Matantei Loki Ragnarok. Alcuni personaggi del manga giapponese Oh, Mia Dea! di Kosuke Fujishima sono ispirati anch'essi alla mitologia norrena: le tre dee protagoniste assieme al mortale Keiichi Morisato sono le Norne.
Influenze sulla nomenclatura dei giorni della settimana
Analizzando attentamente i nomi dei giorni della settimana nelle lingue scandinave e germaniche, si nota come i nomi degli dèi della mitologia norrena compaiano molto spesso nelle lingue moderne:

Nota: il nome fra parentesi è una delle varianti della lingua germanica

Lingue moderne

Italiano

Inglese

Tedesco

Islandese

Norvegese

Divinità

Lunedì

Monday

Montag

Mánudagur

Mandag

Máni

Martedì

Tuesday

Dienstag

Þriðjudagur

Tirsdag

Týr

Mercoledì

Wednesday

Mittwoch

Miðvikudagur

Onsdag

Odino (Woden)

Giovedì

Thursday

Donnerstag

Fimmtudagur

Torsdag

Thor (Donar)

Venerdì

Friday

Freitag

Föstudagur

Fredag

Freyja o Frigg

Sabato

Saturday

Samstag

Laugardagur

Lørdag

Satære[4]

domenica

Sunday

Sonntag

Sunnudagur

Søndag

Sól - il Sole





Influenze sul fantasy
I racconti di grandi guerrieri e maghi mortali hanno dato vita al genere della narrativa fantasy nel XX secolo.
Robert E. Howard ha prese in prestito estensivamente elementi della mitologia norrena in molti dei suoi lavori fantasy, tra cui la sua più famosa creazione Conan il Barbaro, un mercenario cimmero ed eroe di numerose storie brevi e novelle. Successivamente altri seguirono le sue orme e quelle di J. R. R. Tolkien nel suo eccezionale lavoro fantasy Il Signore degli Anelli. Molti autori famosi come Robert Jordan, Terry Brooks, Raymond Feist, David Eddings, Tad Williams ed altri scrittori fantasy hanno preso in prestito elementi dalla mitologia norrena.
Ciò aiutò il fantasy a svilupparsi come genere separato e d'altra parte la nascita del fantasy diede fiato ai giochi di ruolo ed ai videogiochi. Alcuni giochi di ruolo come Dungeons & Dragons o sul lavoro di autori (inclusi Tolkien ed Howard) e su molte mitologie (inclusa quella norrena).


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