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giovedì 30 aprile 2009

SCIAMANESIMO

Sciamanesimo, in antropologia culturale, è un termine che indica l'insieme delle credenze ed il modo di vivere e di vedere il mondo, di società animiste primitive, imperniato intorno ad una particolare figura di guaritore-saggio ed alla sua attività magico-religiosa: lo sciamano.
Lo sciamanesimo si riferisce a una vasta gamma di credenze e pratiche tradizionali che comprende la capacità di diagnosticare e curare malattie, nonché tutti i possibili problemi della comunità e del singolo, dal come procurarsi il cibo al come sbarazzarsi dei nemici. Ciò attraverso l'asserita capacità dello sciamano di "viaggiare" in stato di trance nel mondo degli spiriti e di utilizzare i loro poteri. È questa la principale caratteristica dello sciamano che lo contraddistingue da altre forme di guaritore.
Lo sciamanesimo è un'antichissima pratica transculturale che presenta caratteri distintivi ben precisi e comuni, all'interno di una struttura flessibile, capace cioè di adattarsi a diverse culture e religioni.
Etimologia
Secondo svariati dizionari etimologici, la parola sciamano (per la prima volta attestata nel 1698) sarebbe entrata nell'italiano dall'inglese shaman, questo (attraverso lingue slave e germaniche) dal tunguso šaman, a sua volta dal pali samana, derivato dal sanscrito sramana che significa "saggio". Da notare la radice indoeuropea sa- di "sapere".
La figura dello sciamano
La figura dello sciamano nasce nelle società primitive con lo scopo di risolvere problematiche di base per la sopravvivenza di qualsiasi società, ovvero:
salute
riproduzione
sussistenza.
Secondo queste società primitive, in ultima istanza, erano gli spiriti ultraterreni a decidere le sorti e ciò che accade sulla terra, quindi i problemi potevano essere risolti solo da un proprio simile che avesse la capacità ed i mezzi per entrare in contatto con questi spiriti, per affrontare quindi un "viaggio" ultraterreno nel mondo degli spiriti, che potesse quindi trovare lì la soluzione ai problemi. Questo era lo sciamano, un "ponte" quindi tra il mondo terreno e quello ultraterreno. Secondo la cultura sciamanica, non si può diventare sciamani per scelta o per semplice iniziazione, ma si deve ricevere una "chiamata" da parte degli "spiriti" e a questa chiamata non si può rispondere negativamente. Dopo di ciò, in alcune culture, può esservi l'iniziazione. Il ricevimento della "chiamata" è spesso un dramma per chi la riceve, uno sconvolgimento della propria vita, un minare seriamente le proprie stabilità ed integrità fisica e psichicha, al quale farebbe volentieri a meno, ma il non accettare, sempre secondo la tradizione sciamanica, avrebbe conseguenze molto più gravi, che potrebbero portarlo fino alla follia e alla morte.
Generalmente nello sciamanesimo classico, gli sciamani sono di sesso maschile, ma esistono anche sciamani di sesso femminile ed il loro numero aumenta man mano che ci si avvicina ai gruppi sedentari, soprattutto nelle società agricole e contadine (p. es. Uzbeki e Tagiki, ma anche Estremo Oriente e Sudest asiatico). Il loro ruolo però è generalmente più marginale rispetto a quello degli sciamani maschi perché, sempre secondo la tradizione sciamanica, il "viaggio" dello sciamano di sesso maschile sarebbe di ben più ampio respiro, avrebbe un raggio d'azione molto più vasto e la sua azione sarebbe molto più potente. Le sciamane (dove esistono) sarebbero invece generalmente più "specializzate" in quelle cure che prevedono l'uso dell'erboristeria.
Lo sciamano, diversamente a quanto succede per il sacerdote o il re, non deriva da un'istituzione, ma ha base empirica, possiede facoltà innate o trasmesse e, a differenza invece dello stregone-medico, ha un comportamento di carattere estatico, in trance è ponte fra le energie spirituali e quelle terrene, un canale della volontà divina e delle forze della natura che mette a disposizione dell'umanità attraverso l'amore e la comprensione. Durante l'estasi si impadronisce di lui una forza (che può essere concepita sia dinamisticamente come impersonale, sia animisticamente come spirito o demone): con questo aiuto lo sciamano influisce sulla vita dei compagni. Il legame fra lo sciamano e il potere che lo invade è molto stretto, perde la sua personalità e diventa temporaneamente l'"altro". Sciamani dell'America settentrionale e della Groenlandia portano maschere proprio per sottolineare questo significato. Non sempre tutto questo viene sentito come un dono ma anche temuto come la morte, per la sua potenza. Alcune culture sciamaniche fanno risalire le loro origini alle donne, per esempio lo sciamanesimo che opera tramite l'aquila oppure in Cile, dove le sciamane Mapuche da 25.000 anni praticano guarigioni seguendo la luna. Addirittura presso i Ciukci dell'Asia settentrionale o i Daiaki delle coste della Malesia, lo sciamano si "trasforma" a volte in donna e come tale si sposa.
Gli Sciamani sono protettori della mitologia dei raccoglitori – cacciatori (la cui vita era basata sull'economia di sussistenza, sulla predizione e sul rapporto diretto con la natura) con un ruolo fondamentale sull'evoluzione delle società di cui facevano parte. Le regole fondamentali della pratica sciamanica sono il rispetto dell'individualità e della libertà di ogni singolo individuo; divieto per lo sciamano è nuocere a sé e agli altri, mancare di rispetto alla Madre Terra e a qualsiasi espressione di vita, nonché ricevere compensi in denaro. Aspetto significativo della "cura" nella credenza sciamanica è che la guarigione è sia fisica che psichica.
Parte della psichiatria moderna attribuisce le eventuali guarigioni ad ipnosi o autoipnotismo o anche ad ipnotismo collettivo. Gli strumenti musicali, per esempio, con il frastuono violento che spesso accompagna queste pratiche, "strappano" il guaritore ed il paziente dalla loro solita esistenza, con funzione terapeutica.
Diffusione
Lo sciamanesimo, originariamente legato alle culture di cacciatori-raccoglitori, appare diffuso quasi ovunque nel mondo, dall'Australia alle Americhe con caratteristiche comuni. Lo sciamanesimo non è presente nel continente africano, né presso le società di coltivatori di Melanesia e Nuova Guinea e neppure nelle zone delle grandi civiltà dell'antichità, come quella cinese, le grandi civiltà del Mediterraneo, quelle mesoamericane e andine. Presso le grandi civiltà è possibile che sia originariamete esistito, ma che poi sia stato rimosso. In Africa, invece, dove è presente un'altra figura, quella dello stregone, non vi è alcuna traccia di sciamanesimo, nemmeno le più antiche pitture rupestri forniscono alcuna indicazione in proposito (nonostante vi siano ipotesi occasionali di segno contrario). Sepolture in caverne del nord dell'Iraq, a Shanidar, datate 150.000 anni fa, come petroglifi di 7000 anni fa del Nord America, recano tracce di riti sciamanici. Particolarmente radicato appare invece in Asia, specialmente in Siberia, dove non c'è o è stata minima la sovrapposizione di altre culture; lo sciamanesimo siberiano è pertanto considerato dagli studiosi quello classico, il più puro. Sappiamo che lo Stretto di Bering, spesso ghiacciato, era l'itinerario seguito dai cacciatori del paleolitico (homo sapiens sapiens) per penetrare nel continente americano; dal sud-est dell'Asia penetrano fino in Australia, 53.000 anni prima della nostra era e gli attuali aborigeni sono i diretti discendenti.
Pratiche sciamaniche si ritrovano quasi ovunque: presso i Ciukci, gli Inuit, gli Yupik, i Samoiedi, i Tartari e i Mongoli, i Buriati, i Daigate del Borneo, in Oceania, nel Sud-Est Asiatico, in India, Tibet, Giappone e nel continente americano ma si hanno anche forme più "raffinate" come presso gli Yoag Indiani, oppure i Berserkr germanici che infuriano durante le battaglie o addirittura gli eroi invasati dallo spirito di Jahvè nell'antico Testamento (Gedeone e Saul che è poi messo fra i profeti). Riti sciamanici avevano continuato ad essere praticati nel corso della storia in Cina: la loro presenza è confermata dalle fonti storiche Han, secondo cui numerosi sciamani che abitavano il territorio cinese nel III secolo a.C. erano invitati dagli imperatori per la costruzione di altari e templi nella capitale. Nonostante l’ostilità dei funzionari di corte essi mantennero un ruolo importante per oltre un millennio fino all’emanazione di un editto del 1023 che rimandava gli sciamani nelle loro province d’origine, decretando l’abbattimento dei loro altari; in un’epoca in cui lo stato si era ormai completamente confucianizzato lo sciamanesimo venne abolito dalla corte, continuando però ad essere praticato a livello popolare fino ai giorni nostri, seppur con una estensione molto minore. Gli indigeni della Nuova Guinea, sotto l’effetto di alcune droghe, erano convinti di entrare in contatto con i parenti defunti: il problema che sorgeva era che un morto tornato tra i vivi cambiava il proprio carattere, così da buono sarebbe potuto divenire cattivo e viceversa; questo cambiamento era alla base dei riti funerari, tesi a prevenirlo o ad assecondarlo. I Roro della Nuova Guinea inscenavano una strana cerimonia per richiamare al villaggio gli spiriti dei morti, considerandoli loro alleati.
Esistono diverse teorie per spiegare la diffusione quasi globale dello sciamanesimo, le principali sono:
La cosiddetta teoria diffusionista, ipotizza che il fenomeno, nato presso un popolo, si sia diffuso da un popolo all'altro, da un luogo all'altro.
La teoria della derivazione da una fonte comune, ipotizza cioè che ogni popolazione abbia attinto alla stessa fonte.
La cosiddetta teoria strutturalista, ipotizza che il fenomeno sia sorto contemporaneamente in vari luoghi e presso varie popolazioni perché innato nella struttura mentale umana.
Probabilmente (come spesso accade) il giusto sta nel mezzo e cioè che tutte e tre le teorie sono valide e non incompatibili, quindi si possono integrare tra loro.
Elementi fondamentali caratterizzanti
Secondo l'antropologia ufficiale, gli elementi fondamentali caratterizzanti dello sciamano, comuni a tutti i luoghi ove la credenza sciamanica si sia diffusa e pressoché identici dall'Australia alle Americhe, all'Asia, sono:
La chiamata sciamanica. Lo sciamano, prima di diventare sciamano, asserisce di ricevere una "chiamata" da parte degli "spiriti", alla quale non può rifiutarsi di rispondere positivamente.
Il viaggio sciamanico. Un "viaggio" mentale, onirico nel "mondo degli spiriti", che lo sciamano compie alla propria investitura e successivamente, con modalità differenti (a volte anche per mezzo di allucinogeni), ad ogni suo intervento volto a risolvere problemi propri, della comunità o di singoli. Le fasi caratteristiche del "viaggio" sono:
trance (stato psichico alterato che in alcuni casi viene raggiunto tramite l'uso di allucinogeni e che permane per tutta la durata del "viaggio"),
metamorfosi, lo sciamano si trasforma (durante il viaggio, quindi in sogno) nell'animale che lo protegge e da cui deriva il proprio potere.
combattimento (compie durante il viaggio combattimenti contro gli spiriti ed altri sciamani).
ritorno (lo sciamano "rientra" dal "viaggio" con la soluzione al problema)
Anargirismo, ovvero il divieto per lo sciamano di ricevere compensi in denaro (pena la perdita del potere sciamanico).
Usi impropri del termine e "sciamani di plastica"
Il movimento New Age si è di recente ecletticamente appropriato di idee prese dallo sciamanesimo, come anche di credenze e pratiche di religioni orientali e di una gran varietà di culture indigene. Esistono pure, in circoli esoterici ed occultistici, legati anche a movimenti neopagani del Nord Europa, altri tentativi moderni di reinvenzione dello sciamanesimo
Come negli altri casi, anche nel caso dello sciamanesimo, le culture che praticano originariamente queste tradizioni, molto spesso condannano il movimento New Age e gli altri movimenti per l'uso non corretto, superficiale e frainteso che fanno delle loro pratiche tradizionali e dei termini; e li chiamano, in senso dispregiativo, "sciamani di plastica".
Tutto ciò ha poco a che fare con lo studio antropologico culturale dello Sciamanesimo e viene chiamato nel suo insieme sinteticamente Neosciamanesimo.


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